Ormai sappiamo che il sole riscalda l’acqua dei mari, dei laghi, dei fiumi e quella contenuta nella terreno, nelle piante e – addirittura – negli esseri viventi, facendola passare dallo stato liquido a quello gassoso, ovvero a quello di vapore.

…..e ci ricordiamo certamente che il vapore è invisibile e quello che vediamo fuoriuscire dalla pentola è “condensazione”, ovvero il vapor d’acqua, che a seguito del rapido raffreddamento, torna nuovamente allo stato liquido sotto forma di minuscole goccioline.

Ora aggiungiamo un’altra informazione:
più l’aria è calda, maggiore è la quantità di vapore che riesce ad assorbire ma che, nel caso di un suo raffreddamento, non riuscirebbe più a trattenere tutto il vapore facendolo “condensare”, tornare – cioè – nuovamente visibile sotto forma di minuscole goccioline
Poi, sappiamo anche che l’aria calda, più leggera dell’aria fredda, tende a salire.

Ecco, quindi, l’intero processo di formazione di una nube
L’aria calda, salendo e trasportando con se il vapore acqueo che l’aria stessa ha assorbito, si raffredda fino al punto di non riuscire più a trattenere tutto il vapore che aveva assorbito quando era a contato della superficie della Terra.

Il vapor d’acqua “condensa” ed infine appare la nube.

Le nubi più facili da osservare, si suddividono essenzialmente in due grandi famiglie: quelle a “sviluppo prevalentemente orizzontale” e quelle a “sviluppo verticale”, ma ovviamente la classificazione è ben più ampia.

Le nubi a prevalente sviluppo orizzontale
Come suggerisce la parola, questo tipo di nube si presenta come una copertura “orizzontale” in grado di ridurre notevolmente la luminosità del sole e di ricopre una consistente parte del cielo ed ha uno spessore ridotto.

Vengono definite “strati”, sono determinate dallo scorrimento di una masse d’aria su un’altra con differente temperatura ed umidità e possono essere causa di piogge o nevicate sebbene non intense.

Le nubi a sviluppo verticale

 

Se vi domandassi di disegnare una nube molto probabilmente, la disegnereste così

Ma, in verità, le nubi che si sono formate a seguito della rapida salita di aria calda hanno una base appiattita, rispetto alla parte superiore che è certamente più simile a batuffoli di cotone.

La cosa interessante da osservare è che sotto ognuna di queste nubi c’è una vera colonna d’aria che sale e che possiamo immaginare (ripeto immaginare) come una “tromba d’aria” che sale invisibile fino a quando l’aria stessa non si raffredda al punto di non poter trattenere più il vapore che contiene e che si trasforma nuovamente in acqua sotto forme di goccioline.
Tutt’intorno, l’aria scende per prendere il posto dei quella che sta salendo, in un continuo ciclo di salite e discese.
L’uomo ha imparato a sfruttare queste caratteristiche dell’aria per il volo senza motore

La colonna d’aria che sale, lo fa in maniera decisa e potente!
Tanto potente da riuscire a trascinare con se, nella sua salita, un aeromobile senza motore: un aliante, un deltaplano o un parapendio; ..…e le nubi più grandi sono in grado di “risucchiare” dentro di loro anche un paracadutista che avesse già aperto il paracadute !

Il disegno al lato rappresenta queste colonne d’aria, invisibili agli occhi dei piloti, ma che l’esperienza aiuta ad immaginare e ad utilizzare per poter compiere voli della durata di moltissime ore e che hanno visto coprire distanze dalle Alpi alla punta più estrema della nostra Italia.

 

Una civetteria: uno degli alianti con i quali volo 🙂