Innanzi tutto, occorre “rinfrescare” il significato di “pressione atmosferica”:
la pressione atmosferica equivale al peso di tutta l’aria che ci sovrasta ed, in particolare è il peso di tutta la colonna d’aria riferita all’altezza media dell’atmosfera terrestre, convenuta essere 11 chilometri, e pari a 1 chilo e 33 grammi al centimetro quadrato

Questo peso è anche equivalente ad una colonna d’acqua alta poco più di 10 metri o ad una colonnina di mercurio alta circa 76 centimetri, come determinato da Torricelli, al quale si deve il primo strumento per la misurazione della pressione atmosferica antesignano dell’odierno barometro.
Tuttavia il peso di questa colonna d’aria non è costante e varia da zona a zona della Terra.

Le cause dalla variazione del peso da zona a zona del Mondo sono molteplici; in particolare possiamo citare la diversa distribuzione del vapore acqueo che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, contribuisce a far diminuire il peso dell’aria, così come il riscaldamento.

Sebbene queste variazioni di peso siano modeste (decisamente inferiore al 10% sia in aumento che in diminuzione) l’aria tende a muoversi dalle aree di alta pressione (quelle dove l’aria è più densa e quindi di maggior peso), verso quelle di bassa pressione, nel tentativo di ritrovare l’equilibrio.

Questo movimento (o circolazione) di masse d’aria che definiamo “venti” e che rappresenta la sorgente di tutti i fenomeni metereologici, è influenzato nel loro movimento dalla forza di Coriolis (vedi) e da motivi dinamici che intensificano gli effetti della differenza di pressione, causati dai movimenti verticali delle masse d’aria.
In merito, assumono grande rilievo gli oceani, le terre emerse, le montagne, le grandi pianure, i grandi bacini d’acqua e chi più ne ha più ne metta.