Parlando di movimenti di masse d’aria e di “turbolenze” è quasi impossibile non accennare alle “correnti a getto”, un fenomeno atmosferico caratterizzato da venti che spirano mediamente a 150 km/h ma che possono raggiungere anche velocità di 250 km/h.
Queste correnti sono ben conosciute ed utilizzate dalle compagnie aeree per ridurre i tempi di permanenza in volo e quindi risparmiare carburante.
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A caratterizzare l’incontro delle masse d’aria, interviene anche la rotazione terrestre con la “forza di Coriolis” (*), facendo si che queste “si intreccino” in modo tale da generare una sorta di “tubo” al cui interno si generano venti che scorrono nel senso della sua lunghezza, da Ovest verso Est.
E che venti ! Mediamente oltre i 120 km/h, con casi in cui sono stati registrati i anche i 400km/h.
Il loro andamento è ondulatorio e l’ampiezza delle oscillazioni può essere modificata dagli altri fenomeni atmosferici.

Queste correnti sono più potenti ed importanti nell’emisfero nord rispetto a quello sud, dove presentano comunque lo stesso caratteristico orientamento e, come abbiamo detto, sono ben conosciute dalle compagnie aeree, che le utilizzano per aumentare la velocità di spostamento degli aeromobili e quindi per ridurre i tempi di permanenza in volo con il vantaggio di risparmiare carburante.

I venti sono generati dal movimento delle masse d’aria con maggior pressione verso quelle con pressione minore.
La loro intensità, e quindi la loro velocità è determinata dalla differenza di pressione esistente fra le masse d’aria.

Ai confini della Troposfera e quindi poco prima della Tropopausa, avviene l’incontro di masse d’aria con una notevole differenza di temperatura e quindi con un’altrettanta notevole differenza di pressione.

 

Risulta tuttavia facilmente intuibile che transitare da una massa d’aria, che possiamo immaginare muoversi lentamente, per penetrare in una che si sposta ad una velocità di oltre 220 km/h, comporta l’attraversamento di strati d’aria di transizione che non possono che essere turbolenti, fenomeno questo conosciuto con il nome di “turbolenza in aria limpida”….spesso poco gradita dai passeggeri.

(*)forza di Coriolis

Non si tratta di una vera forza, ma è la conseguenza della rotazione della Terra e riguarda essenzialmente i fluidi (oceani e masse d’aria) ed è per questo che interessa prevalentemente la meteorologia e l’oceanografia.

L’effetto della forza di Coriolis avrà conseguenze diverse in relazione alla direzione del fluido e alla sua posizione sulla Terra, a causa delle differenti velocità di rotazione dei vari punti sulla Terra stessa.
Ad esempio un punto situato sull’Equatore ruota ad una velocità di 1.650 km/h, mentre un punto posizionato in prossimità di Capo Nord, in Norvegia, ruota alla velocità di circa 800 km/h. (vedi “la Terra gira…..”)

Per quanto attiene i venti, la forza di Coriolis, fa si che sì che quelli che dall’Equatore si dirigono verso Nord di fatto subiscano anche uno spostamento verso la loro destra e, quindi, verso Est

Un’interessante dimostrazione sperimentale, oltre ad una esauriente bibliografia, è visionabile sul portale Treccani (al lato)