Nel silenzio assoluto, pochi fotoni si sono infilati nel cilindro di Chandra, il telescopio orbitale che si muove alla velocità di 6.200 km/h lungo una strada invisibile che lo costringe a ruotare intorno alla Terra.
Sono fotoni che l’uomo ha denominato raggi X e che hanno concluso il loro viaggio contro i suoi specchi per essere indirizzati su di un sensore collegato ad un computer che li ha trasformati in un una serie d’informazioni trasmesse immediatamente sulla Terra sotto la forma di un altro tipo di fotoni: le microonde.

Quei fotoni “X”, corpuscoli invisibili, avevano affrontato un viaggio molto, molto, lungo percorrendolo alla massima velocità conosciuta nel nostro Universo, quella della luce, riuscendo a traversare uno spazio immenso senza essere fermati da alcunchè. 
Hanno iniziato il viaggio, tanto tempo fa, un periodo così lungo che la nostra immaginazione comprende con grande difficoltà.

a storia che questi fotoni ci raccontano è antichissima ed è accaduta dodici miliardi di anni fa, quasi ai primordi dell’Universo, a seguito di un colossale e violento evento cosmico: un misterioso gigante che sta divorando una galassia inondando lo spazio di schizzi di potentissima energia: si tratta di un buco nero primordiale. Oggi non possiamo sapere cosa sia rimasto o cosa ancora ci sia nel posto che li ha generati e dal quale sono partiti. 

In compenso, sapranno raccontarci cosa accadde a quel tempo in un universo totalmente diverso da quello che oggi conosciamo. Universo che si è continuamente trasformato durante il loro viaggio, espandendosi senza sosta e facendo nascere da nubi di gas e polvere le stelle e le galassie.

E’ trascorso molto tempo; i fotoni stanno viaggiando ormai da sette miliardi di anni, diritti, veloci e silenziosi. “Dalle nostre parti” si è già formato il Sole e si sta plasmando la Terra.

Trascorrono altri miliardi di anni; sulla Terra, che ancora non somiglia a quella che conosciamo, iniziano le prime forme di vita ed i fotoni si stanno avvicinando ai margini di quello spazio che, sebbene ancora molto distante, i nostri astronomi oggi conoscono grazie al veloce progresso tecnologico.

Ora sono ai bordi esterni della nostra galassia, la Via Lattea: stanno viaggiando da quasi dodici miliardi di anni.

La Terra è coperta dai ghiacci.
Il fantastico viaggio prosegue e gli anni continuano a scorrere.

Sul nostro Pianeta, gli ominidi si sono evoluti ed i primi individui con sembianze umane si sono spostati diffondendosi verso nuovi territori.

Stanno sorgendo le grandi civiltà un po’ dappertutto, in un’alternanza di nascite e scomparse.
Sulle terre bagnate dal Mediterraneo stanno erigendo l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ad essere sopravvissuta abbastanza ben conservata fino ai nostri tempi : la tomba di Khufu, più nota con il nome di Piramide di Cheope. 

Adesso, i fotoni hanno traversato gran parte della Via Lattea e sono distanti “solo” duemila anni dal loro incontro con il telescopio che li arresterà per sempre, dopo tutto questo tempo trascorso viaggiando diritti nel silenzio assoluto, alla massima velocità, senza mai imbattersi in un ostacolo.

Sulla Terra gli uomini assistono alla nascita dell’ultima delle grandi religione monoteiste, il Cristianesimo.

Adesso i tempi ci sono più familiari e riusciamo a comprenderne meglio la misura: mentre i fotoni – se potessero osservarlo – godrebbero della visione di uno dei più begli oggetti del nostro cielo notturno, la nebulosa di Orione, sulla Terra Cristoforo Colombo ha da poco scoperto le Americhe, Michelangelo sta scolpendo la Pietà.

L’Italia sta uscendo dal Medioevo e si sta affermando il Rinascimento.

Sono sempre più vicini: “vedono” chiaramente le stelle Castore e Polluce nella costellazione dei Gemelli, mente la missione Apollo 11 ha appena portato l’uomo sulla Luna.
Ancora pochi decenni ed ecco che hanno raggiunto i confini del nostro sistema solare.
Adesso sono solo a poche ore dall’incontro con Chandra. 

Dopo un incredibile viaggio di dodici miliardi di anni durante il quale non si sono imbattuti in nessuno ostacolo, s’infilano nello stretto tubo del telescopio per arrestarsi per sempre contro il suo sensore, trasmettendogli la loro energia he viene immediatamente convertita in informazioni inviate, in pochi minuti, sulla Terra dove le attendevano i fisici e gli astronomi che indagano il cosmo.

(*) Liberamente ispirata a “I Motori della Gravità” di Caleb Scharf , edizione di Le Scienze