Una delle teorie fino ad oggi più accreditate suggerisce che la Terra, al momento della sua formazione (4,5 miliardi di anni fa), fosse priva d’acqua e che questa sia giunta trasportata da comete che dovrebbero averla intensamente bombardata per milioni e milioni d’anni.
Tuttavia si sta sempre più concretamente affermando una nuova ipotesi che relega in un ruolo marginale l’apporto d’acqua da parte delle comete, mentre prevede che la formazione dell’acqua sia avvenuta nello stesso tempo in cui è avvenuta formazione della Terra stessa.
Questa nuova spiegazione ipotizza che la crescita estremamente rapida di Giove abbia influito su una consistente fascia asteroidi ricchi d’acqua modificandone le orbite e proiettandoli su un diverso piano orbitale, collocato tra lo stesso Giove ed il Sole.
Possiamo immaginare questi oggetti definiti “planetesimi” distribuiti in una densa nube a forma di disco, che copre lo spazio intorno al Sole, nella zona dove oggi orbitano la Terra e gli altri pianeti rocciosi.
I frequenti urti e le conseguenti agglomerazioni tra questi corpi hanno quindi finito per dar origine ad una Terra composta da rocce ricche d’acqua e agli altri pianeti
Dimensioni della cometa 67P Churyumov-Gerasimenko paragonate a quelle di una città
La conferma a questa ipotesi arriva anche dallo studio dei rilevamenti dagli strumenti del lander Philae, trasportato dalla sonda Rosetta e atterrato sulla cometa “67P Churyumov-Gerasimenko”, che evidenziano importanti differenze chimico-fisiche tra il vapor d’acqua della cometa stessa e quello terrestre, cosa, questa, che porterebbe ad escludere che l’acqua degli oceani sia dovuta agli impatti di comete, o per lo meno, a comete del tipo della 67P.