Sintetizzando notevolmente si può affermare che un’alta pressione è foriera di bel tempo, mentre la bassa pressione del brutto tempo.
Tanto maggiore sarà la differenza di pressione tra due zone, tanto maggiore sarà il tentativo dell’area di maggior pressione di invadere l’area con pressione minore……e tanto maggiore sarà l’intensità dei venti.
Questo è il senso di rotazione nel nostro emisfero (Emisfero Nord)
In base al loro regime, cioè alla presenza o meno di variazioni nella direzione in cui spirano, i venti si classificano in:
costanti, quando spirano tutto l’anno sempre nella stessa direzione e nello stesso senso (per esempio, gli alisei);
periodici, quelli che periodicamente invertono il senso in cui spirano; possono essere a periodo stagionale (monsoni) o a periodo diurno (brezze);
variabili o locali, quando soffiano irregolarmente nelle zone temperate tutte le volte che si vengono a formare aree cicloniche o anticicloniche (scirocco, föhn, bora);
irregolari o ciclonici, se sono caratterizzati da movimento vorticoso che conferisce loro una violenza distruttiva; prendono nomi diversi a seconda delle località: Uragani sulle coste americane dell’Atlantico e del Pacifico, Tifoni in alcune aree dell’Oceano Pacifico, Tornado nelle grandi pianure degli USA e dell’Australia
Alcuni venti hanno carattere locale e vengono definiti brezze
Andando al mare, in una bella giornata estiva ci saremo certamente accordi di come al mattino, generalmente, ci sia pochissimo vento che invece tende ad aumentare decisamente nelle ore centrali, proveniendo dal mare, per poi diminuire nuovamente con il calar del Sole.
Abbiamo assistito all’insorgere della brezza di mare.
Il fenomeno ha una origine semplice: durante il giorno il riscaldamento solare inciderà maggiormente sulla terra che sulle acque.
La massa d’aria a contatto del terreno subirà quindi un riscaldamento maggiore e tenderà a dilatarsi e quindi ad alleggerirsi e sollevarsi richiamando l’aria più fresca e pesante che sovrasta il mare.
Di notte: l’acqua del mare risulterà più calda del terreno ed innescherà il procedimento esattamente inverso.
Un meccanismo simile si ripete tra le valli ed i monti, facendo sì che, di giorno, i venti risalgano dalle valli sulle pendici montane, verso le cime (brezze di valle), mentre di notte accade l’inverso (brezze di monte).
Queste ultime, faranno scendere nelle valli aria fredda che, talvolta, è generatrice delle nebbie.
Sebbene sia possibile misurare la velocità del vento con strumenti divenuti d’uso comune come l’anemometro, che offre una precisione certamente elevata, la Scala Beaufort mette in relazione la velocità del vento con gli effetti che produce in mare aperto ed i danni che provoca sulla terra ferma.
E’ una codificazione adottata ormai a livello internazionale e l’osservazione è riferita al mare aperto, lontano dalle coste o nell’entroterra.
Due diversi tipi di rappresentazione della scala.
(cliccare per ingrandire)
La “Rosa dei Venti”: una curiosità
A ben guardare, la direzione di provenienza di alcuni venti potrebbe apparire non appropriata.
Ad esempio la provenienza del Greco (o grecale), così denominato in quanto proveniente dalla Grecia, sembrerebbe più logica se se collocata al posto del vento denominato Scirocco. Ed anche questo vento, la cui denominazione fa riferimento alla provenienza dalla Siria, potrebbe apparire posizionato troppo a Sud.
Ecco la spiegazione: mentre ci viene istintivo collocare la rosa dei venti al centro della nostra Penisola (ed in tal caso la provenienza di alcuni venti apparirebbe errata) la sua struttura risale ai tempi della repubblica marinara di Venezia, che l’aveva posizionata sull’isola greca di Zante.
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